Volevo postare qualche disegno, quindi ecco qualche bozzetto del nuovo libro a cui sto lavorando. Appena dalla casa editrice mi passano la copertina finita di impaginare la posterò qui, promesso :D
mercoledì 25 novembre 2009
sabato 21 novembre 2009
Trova la casa editrice adatta al tuo stile!
Dopo un po' di tempo finalmente un nuovo post sui rocamboleschi avvenimenti della "vita da illustratore".
La frase che da il titolo al post mi ha torturata per lungo tempo, a partire dalla mia prima visita alla fiera del libro per ragazzi di Bologna.
In quel periodo andavo ancora all'accademia di illustrazione ed ero armata dei miei progettini libro che avevo creato lì fra quelle pareti. Proprio dai nostri professori mi sentii dare per la prima volta questo consiglio, che in seguito sarebbe divenuto un vero e proprio tormentone: "Proponi il tuo progetto a quelle case editrici che ti sembrano più in linea con il tuo modo di disegnare".
Non avevo capito assolutamente a cosa andavo incontro ma esclamai un entusiasta "si!" e partii carica di buona volontà alla volta della fiera.
Entrare lì fu come sentirsi improvvisamente ubriachi. L'ebbrezza era provocata dalla moltitudine di colori, segni, formati, stand colorati e altro ancora.
E lì, si proprio lì, pensi ingenuamente: "farò un primo giro per vedere un po' cosa c'è e poi deciderò con chi parlare".
Finii il giro e...
e...
e niente! O perlomeno io non avevo le idee molto più chiare di quando avevo varcato la soglia.
A quel punto decisi che, visto che non sapevo assolutamente a chi rivolgermi in particolare, avrei chiesto un po' a tutti.
Come ho detto ero ancora studentessa, quindi il mio book rifletteva il fatto che il mio stile non aveva ancora imboccato una via certa: acquerelli, acrilici trattati con pennello e con spatola, pastelli ad olio e a cera, china e tecniche miste che più miste non si può. Un pout-pourri di tecniche! A questo potrei aggiungere che le illustrazioni non erano realizzate tutte esattamente con lo stesso segno, sembrava un book "a più mani" a rivederlo adesso. E' naturale immagino, e io in quel momento non me ne accorgevo nemmeno un po'.
In ogni caso collezionai un buon numero di opinioni, alcune apparentemente entusiaste (l'apparente entusiasmo in fiera ti viene spesso incontro! La maggior parte delle volte non porterà nessun lavoro, però fa bene all'autostima! XDD), altre più pacate e/o ricche di consigli e infine alcune mai date, anche con un poco di malagrazia aggiungerei.
A fine fiera "estrassi" dal mio panierino mentale dei buoni consigli (quelli che non servivano li avevo lasciati lì in fiera per non appesantirmi troppo durante il viaggio di ritorno) tra i vari che mi erano stati dati e ne individuai alcuni ricorrenti:
- Cerca uno stile che sia tuo e ti renda riconoscibile (a questo dedicherò più avanti un post perché sento che merita di essere approfondito e blaterato in separata sede)
- Correzioni di alcuni errori frequenti
- Indicazioni sui punti di forza dei miei lavori
MA SOPRATTUTTO
- TROVA LE CASE EDITRICI CHE PIù SI ADATTANO AL TUO STILE
A questo punto uno non trova niente da obiettare.
Si tratta indubbiamente di un consiglio sensato.
Ma
"QUAL'E' IL MIO STILE?" non potei fare altro che chiedermi.
Non è che non avessi in mente una MIA idea di quale fosse il MIO modo di disegnare. Ma non capivo che idea ne avessero gli editori.
Peggio.
In ogni stand avevo visto una moltitudine di libri.
In ogni stand (o quasi) c'era almeno un libro che sembrava accostarsi al mio modo di disegnare e che mi induceva quindi a pensare che forse c'era la possibilità di essere presa in considerazione da questo o da quell'altro editore.
Partivo all'assalto e dopo: presentazioni, sorrisi e buoni consigli arrivava, quasi inevitabilmente, il buon consiglio definitivo: ti conviene chiedere a quegli editori che pubblicano libri più vicini al tuo stile.
La cruda realtà è che NESSUNO sa dirvi solitamente quale sia il vostro stile e dove potreste incanalare i vostri sforzi.
Il primo tentativo fatto era stato di suddividere i lavori nelle due macro-categorie Fiction e Non-Fiction (in perfetto stile fiera del libro di Bologna) ma non aveva sortito questo grande successo.
Quindi incominciai a chiedermi:
Dovrò rivolgermi a quelli che fanno disegni rotondeggianti e graziosi? Era in effetti un periodo in cui disegnavo tutto piccolo-carino-e-rotondo.
Il tentativo su questa via mi gettò altro fumo negli occhi. Trovare qualcosa di grazioso&rotondo era fin troppo facile fra tutti quei libri, talmente facile che la scrematura era insignificante.
E così il Buon Consiglio tornava velocissimo a passo di carica.
Allora optai per una divisione in tecniche di disegno. Acquerello, acrilico, pastelli a cera e così via.
Un altro flop disastroso.
A quel punto presi una decisione... fare un passo indietro. Presentarmi dovunque ci fosse anche una minima chance e vedere cosa succedeva.
Così sono passati alcuni anni e ho finalmente ottenuto un miglior "colpo d'occhio" per gli stand dove dirigermi; anche se la sicurezza di colpire nel segno non c'è mai del tutto, almeno ormai nessuno mi suggerisce più da tanto tempo il Buon Consiglio.
Se devo affidarmi alla logica direi che ormai suddivido le case editrici a seconda del tipo di pubblicazioni (classico albo illustrato, da colorare, narrativa, scolastica, disegni con affinità al fumetto, illustrazione scientifica ecc.) e in base al target che va "per la maggiore" fra le pubblicazioni esposte (prescolare, elementari, medie, liceo...).
E' comodo e funziona :)
Per il resto lo stile crescendo vien da sé.
La frase che da il titolo al post mi ha torturata per lungo tempo, a partire dalla mia prima visita alla fiera del libro per ragazzi di Bologna.
In quel periodo andavo ancora all'accademia di illustrazione ed ero armata dei miei progettini libro che avevo creato lì fra quelle pareti. Proprio dai nostri professori mi sentii dare per la prima volta questo consiglio, che in seguito sarebbe divenuto un vero e proprio tormentone: "Proponi il tuo progetto a quelle case editrici che ti sembrano più in linea con il tuo modo di disegnare".
Non avevo capito assolutamente a cosa andavo incontro ma esclamai un entusiasta "si!" e partii carica di buona volontà alla volta della fiera.
Entrare lì fu come sentirsi improvvisamente ubriachi. L'ebbrezza era provocata dalla moltitudine di colori, segni, formati, stand colorati e altro ancora.
E lì, si proprio lì, pensi ingenuamente: "farò un primo giro per vedere un po' cosa c'è e poi deciderò con chi parlare".
Finii il giro e...
e...
e niente! O perlomeno io non avevo le idee molto più chiare di quando avevo varcato la soglia.
A quel punto decisi che, visto che non sapevo assolutamente a chi rivolgermi in particolare, avrei chiesto un po' a tutti.
Come ho detto ero ancora studentessa, quindi il mio book rifletteva il fatto che il mio stile non aveva ancora imboccato una via certa: acquerelli, acrilici trattati con pennello e con spatola, pastelli ad olio e a cera, china e tecniche miste che più miste non si può. Un pout-pourri di tecniche! A questo potrei aggiungere che le illustrazioni non erano realizzate tutte esattamente con lo stesso segno, sembrava un book "a più mani" a rivederlo adesso. E' naturale immagino, e io in quel momento non me ne accorgevo nemmeno un po'.
In ogni caso collezionai un buon numero di opinioni, alcune apparentemente entusiaste (l'apparente entusiasmo in fiera ti viene spesso incontro! La maggior parte delle volte non porterà nessun lavoro, però fa bene all'autostima! XDD), altre più pacate e/o ricche di consigli e infine alcune mai date, anche con un poco di malagrazia aggiungerei.
A fine fiera "estrassi" dal mio panierino mentale dei buoni consigli (quelli che non servivano li avevo lasciati lì in fiera per non appesantirmi troppo durante il viaggio di ritorno) tra i vari che mi erano stati dati e ne individuai alcuni ricorrenti:
- Cerca uno stile che sia tuo e ti renda riconoscibile (a questo dedicherò più avanti un post perché sento che merita di essere approfondito e blaterato in separata sede)
- Correzioni di alcuni errori frequenti
- Indicazioni sui punti di forza dei miei lavori
MA SOPRATTUTTO
- TROVA LE CASE EDITRICI CHE PIù SI ADATTANO AL TUO STILE
A questo punto uno non trova niente da obiettare.
Si tratta indubbiamente di un consiglio sensato.
Ma
"QUAL'E' IL MIO STILE?" non potei fare altro che chiedermi.
Non è che non avessi in mente una MIA idea di quale fosse il MIO modo di disegnare. Ma non capivo che idea ne avessero gli editori.
Peggio.
In ogni stand avevo visto una moltitudine di libri.
In ogni stand (o quasi) c'era almeno un libro che sembrava accostarsi al mio modo di disegnare e che mi induceva quindi a pensare che forse c'era la possibilità di essere presa in considerazione da questo o da quell'altro editore.
Partivo all'assalto e dopo: presentazioni, sorrisi e buoni consigli arrivava, quasi inevitabilmente, il buon consiglio definitivo: ti conviene chiedere a quegli editori che pubblicano libri più vicini al tuo stile.
La cruda realtà è che NESSUNO sa dirvi solitamente quale sia il vostro stile e dove potreste incanalare i vostri sforzi.
Il primo tentativo fatto era stato di suddividere i lavori nelle due macro-categorie Fiction e Non-Fiction (in perfetto stile fiera del libro di Bologna) ma non aveva sortito questo grande successo.
Quindi incominciai a chiedermi:
Dovrò rivolgermi a quelli che fanno disegni rotondeggianti e graziosi? Era in effetti un periodo in cui disegnavo tutto piccolo-carino-e-rotondo.
Il tentativo su questa via mi gettò altro fumo negli occhi. Trovare qualcosa di grazioso&rotondo era fin troppo facile fra tutti quei libri, talmente facile che la scrematura era insignificante.
E così il Buon Consiglio tornava velocissimo a passo di carica.
Allora optai per una divisione in tecniche di disegno. Acquerello, acrilico, pastelli a cera e così via.
Un altro flop disastroso.
A quel punto presi una decisione... fare un passo indietro. Presentarmi dovunque ci fosse anche una minima chance e vedere cosa succedeva.
Così sono passati alcuni anni e ho finalmente ottenuto un miglior "colpo d'occhio" per gli stand dove dirigermi; anche se la sicurezza di colpire nel segno non c'è mai del tutto, almeno ormai nessuno mi suggerisce più da tanto tempo il Buon Consiglio.
Se devo affidarmi alla logica direi che ormai suddivido le case editrici a seconda del tipo di pubblicazioni (classico albo illustrato, da colorare, narrativa, scolastica, disegni con affinità al fumetto, illustrazione scientifica ecc.) e in base al target che va "per la maggiore" fra le pubblicazioni esposte (prescolare, elementari, medie, liceo...).
E' comodo e funziona :)
Per il resto lo stile crescendo vien da sé.
giovedì 12 novembre 2009
"Sarà che a me non piace il manga..." risposta: "Ma anche no?"
La discussione che riporto l'ho originariamente postata sul forum di Kinart, ma visto che si tratta di un argomento a cui tengo molto la pubblico anche qui sul mio blog così chiarisco una volta per tutte il mio parere sull'argomento e non ci si pensa più :D
"Premetto che:
- Di manga ne ho comprati a tonnellate al liceo ma ora mi limito a pochi autori, new entry o autori del cuore che siano (a causa di un crescente ampliamento dell'orizzonte fumettistico avvenuto negli ultimi 8 anni ho dovuto fare tagli al budget per equilibrare e dare spazio a tutti ).
- Sono una lettrice abbastanza onnivora: Disney, Marvel&Dc&Comics, CFAP, Italia, Francia, Giappone (senza contare i libri, of course ).... l'importante è che mi attraggano!
- Sono d'accordo che un aspirante disegnatore cresciuto col manga se ne debba QUANTOMENO temporaneamente staccare, provare a scoprire e percorrere nuove strade ed infine trovare la sua.
La mia domanda è semplice.
Perchè in qualsiasi discussione in cui rientra il "manga" devo sentir pronunciare da disegnatori più anziani (specie in Italia, va detto):
"Sarà che a me non piace il manga..."
Quasi fosse una forma di elevazione o di distinzione.
Non piace il manga. Quale manga? In Giappone esistono centinaia di autori, ognuno con il suo stile e il suo modo di esprimersi. Un filone particolare?
Potrei capire ad esempio un commento del tipo "Non mi piacciono gli shojo con gli occhioni enormi, mi fanno sembrare che l'invasione aliena sia vicina", o "Non mi piacciono gli shonen con le ragazze che hanno problemi alla schiena a causa della decima di reggiseno su una vita di circonferenza 10 cm".
Ma che vuol dire "non mi piace il manga".
Se in Italia un disegnatore qualsiasi osasse dire "Premetto che non mi piace la Disney" o "Premetto che non mi piace Bonelli" verrebbe, nel migliore dei casi, tacciato di ingenuità e di immaturità professionale. Cose anche vere. Ma allora non si potrebbe dire lo stesso di coloro che dicono "non leggo manga perchè non mi piacciono"?
A parte che
"Manga (漫画, manga?, ascolta [?]) è un termine giapponese che in Giappone indica i fumetti in generale." (tratto da Wikipedia)
Quindi Manga, come Fumetto, come Comic, come BD... non vi piace il fumetto?
Dunque:
Accetto e rispetto che molti manga non piacciano ma che magari si siano trovati degli autori che interessano.
Accetto e rispetto che, dopo aver spulciato per bene le miriadi di proposte sul mercato italiano (non dico di andare a guardare per forza in patria, anche se noi italiani col musino in America e in Francia per guardare ciò che da noi non arriva ci stiamo sempre) tutto sommato non si sia trovato niente di proprio gusto.
Ma non mi piace il classico fare di tutta l'erba un fascio così, senza nemmeno che si capisca bene il perchè.
Poi un'altra cosa, che ho letto recentemente nel post sulla discussione Ferrario-Mondo Emerso (e qui finiamo subito con l'argomento perchè non voglio parlare del caso in sé).
Ecco, in quel topic si leggevano risposte su risposte di questo tono:
"Non me ne vogliano i giovani che amano il fantasy"
"Farò arrabbiare i giovani che amano il manga e il fantasy"
"Forse alcuni giovani disegnatori dovrebbero..."
Anche no per favore? Possiamo togliere quel "giovane"? Fa tanto "il bimbo che ancora non sa niente del mondo". E anche se un autore più esperto e scafato la pensa in quel modo la pensa dal suo personale punto di vista. E non è sicuro al 100% che sia giusto. Magari al 60, 70,80, 90%. Ma non al 100%.
Infine, se non ho fatto nomi né riportato citazioni fedeli è stato perché non mi va molto di decontestualizzare frasi, se magari qualcuno si sentisse preso in causa me ne scuso ma non sto davvero additando nessuno in particolare; sto facendo un discorso su un grande numero di post in giro per il web (ma anche per questo stesso forum o non avrebbe senso) e di cose che si dicono, soprattutto nelle scuole di disegno ma anche altrove.
Comunque, vedo che mi sto facendo prendere la mano quindi ora chiudo, questa discussione è nata solo per chiedere a tutti voi di pensarci un attimino prima di dare giudizi che più che personali sembrano quasi delle verità oggettive di cui i poveri ragazzi ancora non si accorgono. Non per altro, ma è un modo di fare un pochino antipatico."
"Premetto che:
- Di manga ne ho comprati a tonnellate al liceo ma ora mi limito a pochi autori, new entry o autori del cuore che siano (a causa di un crescente ampliamento dell'orizzonte fumettistico avvenuto negli ultimi 8 anni ho dovuto fare tagli al budget per equilibrare e dare spazio a tutti ).
- Sono una lettrice abbastanza onnivora: Disney, Marvel&Dc&Comics, CFAP, Italia, Francia, Giappone (senza contare i libri, of course ).... l'importante è che mi attraggano!
- Sono d'accordo che un aspirante disegnatore cresciuto col manga se ne debba QUANTOMENO temporaneamente staccare, provare a scoprire e percorrere nuove strade ed infine trovare la sua.
La mia domanda è semplice.
Perchè in qualsiasi discussione in cui rientra il "manga" devo sentir pronunciare da disegnatori più anziani (specie in Italia, va detto):
"Sarà che a me non piace il manga..."
Quasi fosse una forma di elevazione o di distinzione.
Non piace il manga. Quale manga? In Giappone esistono centinaia di autori, ognuno con il suo stile e il suo modo di esprimersi. Un filone particolare?
Potrei capire ad esempio un commento del tipo "Non mi piacciono gli shojo con gli occhioni enormi, mi fanno sembrare che l'invasione aliena sia vicina", o "Non mi piacciono gli shonen con le ragazze che hanno problemi alla schiena a causa della decima di reggiseno su una vita di circonferenza 10 cm".
Ma che vuol dire "non mi piace il manga".
Se in Italia un disegnatore qualsiasi osasse dire "Premetto che non mi piace la Disney" o "Premetto che non mi piace Bonelli" verrebbe, nel migliore dei casi, tacciato di ingenuità e di immaturità professionale. Cose anche vere. Ma allora non si potrebbe dire lo stesso di coloro che dicono "non leggo manga perchè non mi piacciono"?
A parte che
"Manga (漫画, manga?, ascolta [?]) è un termine giapponese che in Giappone indica i fumetti in generale." (tratto da Wikipedia)
Quindi Manga, come Fumetto, come Comic, come BD... non vi piace il fumetto?
Dunque:
Accetto e rispetto che molti manga non piacciano ma che magari si siano trovati degli autori che interessano.
Accetto e rispetto che, dopo aver spulciato per bene le miriadi di proposte sul mercato italiano (non dico di andare a guardare per forza in patria, anche se noi italiani col musino in America e in Francia per guardare ciò che da noi non arriva ci stiamo sempre) tutto sommato non si sia trovato niente di proprio gusto.
Ma non mi piace il classico fare di tutta l'erba un fascio così, senza nemmeno che si capisca bene il perchè.
Poi un'altra cosa, che ho letto recentemente nel post sulla discussione Ferrario-Mondo Emerso (e qui finiamo subito con l'argomento perchè non voglio parlare del caso in sé).
Ecco, in quel topic si leggevano risposte su risposte di questo tono:
"Non me ne vogliano i giovani che amano il fantasy"
"Farò arrabbiare i giovani che amano il manga e il fantasy"
"Forse alcuni giovani disegnatori dovrebbero..."
Anche no per favore? Possiamo togliere quel "giovane"? Fa tanto "il bimbo che ancora non sa niente del mondo". E anche se un autore più esperto e scafato la pensa in quel modo la pensa dal suo personale punto di vista. E non è sicuro al 100% che sia giusto. Magari al 60, 70,80, 90%. Ma non al 100%.
Infine, se non ho fatto nomi né riportato citazioni fedeli è stato perché non mi va molto di decontestualizzare frasi, se magari qualcuno si sentisse preso in causa me ne scuso ma non sto davvero additando nessuno in particolare; sto facendo un discorso su un grande numero di post in giro per il web (ma anche per questo stesso forum o non avrebbe senso) e di cose che si dicono, soprattutto nelle scuole di disegno ma anche altrove.
Comunque, vedo che mi sto facendo prendere la mano quindi ora chiudo, questa discussione è nata solo per chiedere a tutti voi di pensarci un attimino prima di dare giudizi che più che personali sembrano quasi delle verità oggettive di cui i poveri ragazzi ancora non si accorgono. Non per altro, ma è un modo di fare un pochino antipatico."
mercoledì 11 novembre 2009
Novembre, mese di grande intensità!
lunedì 9 novembre 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)
Argomenti frequenti
acquarello
(9)
bologna
(13)
book
(29)
bozza
(17)
bozzetti
(13)
comic
(9)
comic who
(25)
concorso
(22)
consigli
(45)
contest
(10)
copertina
(11)
corso
(22)
december
(12)
dicembre
(12)
disegno
(17)
Doctor Who
(35)
F.A.Q.
(11)
fiera
(24)
Hansel e Gretel
(12)
I miei lavori
(54)
illustration
(25)
illustrations
(11)
illustratore
(28)
illustrazione
(120)
illustrazioni
(81)
Io disegno a modo mio
(11)
lavori
(12)
lavoro
(102)
libri
(18)
libro
(60)
livre
(13)
making of
(14)
matita
(47)
matite
(37)
portfolio
(8)
Roma
(12)
schizzi
(11)
striscia
(25)
vignetta
(19)
vignette
(27)
vita da illustratore
(20)
workshop
(16)
Networked Blog
Zazzle Shop
Visualizzazioni totali
Post più popolari
-
Negli ultimi e non ultimi tempi mi è capitato molto spesso - e con mia enorme sorpresa/stupore - di ricevere mail con questa domanda da part...
-
Freesias When I came back home from Annecy film festival (which was simply amazing, and I'll try to talk about it in a next post) I...
-
Dopo un po' di tempo finalmente un nuovo post sui rocamboleschi avvenimenti della "vita da illustratore". La frase che da il...
-
Illustratori un po' Carbonari: Tariffari esistenti : "Qui un elenco dei tariffari che ho reperito in giro negli anni: ANNO DI STES...
-
... Boh XDD Alle volte mi viene da pensarlo ahahah. No, vabbè, qualche nozione di base in questi anni è arrivata alla mia testolina, quindi...
-
Salve a tutti! Ieri sera ho si è tenuto l'ultimo dei laboratori del ciclo natalizio organizzati dalla cartolibreria Albatros in occasio...
-
Buonsalve. Oggi sono qui perchè ho ricevuto giorni fa una lettera da una ragazza che vorrebbe diventare illustratrice. Come già succes...
-
Qualche giorno fa ho ricevuto la mail di una ragazza che si trova ad un bivio e deve fare una scelta: mi concentro sul crearmi una carriera...
-
* LEZIONE 1 * Ciao a tutti! Prima di tutto grazie per questa prima lezione, incontrarvi è stato molto bello. Ho visto che avete tutti sti...
-
*Iscrizione a pagamento* Nei libri illustrati l’immagine evoca la parola. Il lettore, attraverso il processo silenzioso, interiore e...