giovedì 19 dicembre 2013

I miei migliori auguri a tutti voi!


lunedì 2 dicembre 2013

L'importante è essere felici

Ultimamente mi sono trovata in una situazione difficile. Una situazione in cui credo spesso si ritrovino tantissimi fra coloro che iniziano a vivere di un lavoro che alle origini era "semplicemente" la loro grande passione.

Io ho sempre amato disegnare, da quando ero piccolissima. Ricordo che riempivo album interi, disegnavo sui muri, disegnavo a scuola (non si dovrebbe ma... XD).
Alle medie iniziai a ritrarre i personaggi dei cartoni animati dalla tv. E siccome non potevo mettere in pausa cercavo di capire i loro tratti distintivi per fare in modo che il risultato fosse più simile possibile. In questa fase li mettevo quasi sempre nella stessa posa mi ricordo!

Al liceo ho provato tante cose nuove, mi ricordo che in quel periodo ho scoperto l'acetato (ne ho fatto solo uno però, troppo lavoro!) e ho iniziato a fare i miei primi fumetti. Non avevo idea di come le vignette fossero realizzate nel lavoro originale. Alla fine, per qualche motivo, mi ero convinta che fossero tutte illustrazioni che poi un misterioso tecnico dell'impaginazione dei fumetti avrebbe montato insieme dando a noi lettori la pagina così come la conosciamo.
Il passo successivo è stato quindi fare ogni vignetta in un foglio A4 (tralasciamo il fatto che fossero, ovviamente, tutte della stessa dimensione, decisamente anomalo). Ma come metterle insieme? Un tecnico tutto mio non lo avevo... Ed ecco l'idea! Fare fotocopie rimpicciolite di ogni illustrazione. Tagliarle e incollarle su una pagina e infine disegnare un bel bordo nero ad ogni vignetta. 
E fu così che nacque la mia prima pagina a fumetti!

Macchinosissimo.

Non so per quale motivo io non scelga mai la via più facile nella vita (anche nella matematica era così, e infatti venivo rimproverata spesso per questo mio complicarmi l'esistenza senza motivo). Non è una questione di preferenze, ce l'ho proprio nel dna; pare che anche i miei primi passi e le mie prime parole siano stati vittime di questa mia attitudine allo studio ostinato di ogni strada e possibilità astrusa prima di essere compiuti effettivamente.

I liceali quando vengono messi in punizione solitamente non hanno il permesso di uscire e andare a divertirsi.

Una volta che la combinai molto grossa ricordo che mamma mi confiscò tutto il materiale da disegno in una valigia per un mese e mi disse che avrei potuto riaverlo solo se mi fossi comportata bene... Tra l'altro la tortura cinese era di avercela sotto il letto, dovevo essere io a non aprirla. Faceva parte del comportarsi bene (e se mi avesse sorpresa sarebbero stati cavoli!)... un incubo! Una notte non ressi, aspettai le 2 e l'aprii, disegnando sul pavimento con una torcia, terrorizzata all'idea di essere scoperta (i miei avevano i sensi di ragno, specie di notte), sentendomi tanto colpevole ma tanto, TANTO felice.

Copiavo, inventavo, sperimentavo. Sempre.

Poco prima degli esami di maturità, una mattina, il mio professore di chimica/biologia/geografia astronomica mi fermò in corridoio e mi mise fra le mani una busta, piuttosto cicciotta. Disse che l'aveva trovata in segreteria e che mi avesse pensata subito. 
Dentro c'era una brochure di un'accademia d'illustrazione. Non sapevo nemmeno che esistessero. 
Fino a quel momento avevo pensato un po' di tutto... di diventare veterinaria, biologa, architetto... perchè gli architetti hanno una matita in mano ma guadagnano più dei fumettisti, si sa. Mi sentivo un po' smarrita.
Quella busta conteneva tutto quello che potevo desiderare... essere illustratore sembrava la via di cui nessuno mi aveva mai parlato, l'unica possibile!
Tornai a casa decisa a voler frequentare quella scuola, cadesse il mondo. I miei genitori, OVVIAMENTE erano abbastanza preoccupati. Non è mai facile quando un figlio decide di abbandonare la via della professione "sicura" e di buttarsi a testa bassa in un cammino fatto di arte, con regole tutte sue e una storia piuttosto fumosa alle spalle. Niente, stipendio fisso, niente pensione, niente giorni di malattia, nulla di nulla. E sarà mai abbastanza bravo da farcela? Avrà la capacità di gestire qualcosa di così enormemente impegnativo e poco sicuro o finirà per doversi reinventare a trenta, quarant'anni? E se poi non ci riuscisse? 
E diciamocelo: le scuole di illustrazione costano davvero davvero tanto.

Ma io ero in modalità berserker e alla fine i miei si sono convinti a farmi tentare.

Da quel momento in poi inizia un percorso lunghissimo e complesso. La cui sintesi però è semplice (ma attenti a non coglierne solo il significato superficiale, un po' banalotto rispetto a quello che c'è dietro).

A parte rarISSIMI casi nessuno di noi inizia con uno stile definito e pronto. Tutti però ci portiamo dietro una serie di "abitudini del disegno" spesso scorrette e d'intralcio alla nostra formazione.
Per progredire ce ne dobbiamo liberare e aprirci a tutta una serie di novità.

Capita però che facendo questo si possa finire per perdere qualcosa che fa parte della nostra identità. Che si possano mettere da parte cose che riteniamo d'intralcio o non adatte al mercato in cui ci vogliamo inserire. 
Capita che si metta da parte ciò che veramente si ama per fare qualcosa che magari abbiamo visto o sperimentato per caso, e che ci sembra essere apprezzato dagli altri.
Capita che nella frenesia di migliorare, di essere all'altezza, di fare di più e di non rimanere indietro si finisca con il sentirsi persi, scoraggiati, e poco capaci.

Quella che penso sia la verità è che non potremo mai essere all'altezza dei nostri miti per quanto riguarda noi stessi e il nostro giudizio. Magari potremmo essere acclamati e noi ancora lì a sentirci delle schifezzine.
Ma forse quello che ci piace così tanto in altri ci piace perchè è qualcosa che fa parte di loro, della loro anima, e che possono darci solo loro.

E noi?

Potremmo accorgerci che, per fare "le cose fatte nel modo giusto" abbiamo smesso di essere felici di farle.
Non felici del risultato. Felici del percorso. Quel rapimento totale che ti prende quando fai qualcosa che ami totalmente e che svanisce quando DEVI fare qualcosa.
Devi perchè te lo ordinano.
Devi perchè pensi sia la cosa giusta.
Devi perchè hai bisogno di migliorare.

E invece, tutto quello di cui abbiamo bisogno è di essere felici. E quando lo siamo mettiamo nei nostri lavori quel pezzettino di noi di cui parlavo e magari per qualcuno sarà bellissimo da guardare.

Quindi in questo periodo sto facendo delle cose per me. E più ne faccio e più questo lavoro torna ad essere la mia passione. E se poi queste cose un giorno diventeranno anche lavoro tanto meglio. 
Ma per ora va bene così, tanto "il lavoro", quello da dipendente, ha sempre regole più o meno strette e che dobbiamo saper assecondare per poter portare la commessa a termine. 
Facciamo almeno in modo che, quando facciamo qualcosa solo per noi, non esistano regole di alcun genere.


giovedì 28 novembre 2013

Piccola sorpresa al mio arrivo :)

Ieri sono tornata a casa e ad attendermi c'erano un paio di copie di Mini-Schools 221 (una rivista per cui sto lavorando da qualche mese)  con le mie illustrazioni tutte belle impaginate... è sempre una bella sensazione!
Ma la clessidra scorre: ho appena consegnato le illustrazioni per il numero 222 e ora devo iniziare a pensare a quelle per il numero 223!
Ma intanto mi godo la sensazione di felicità ancora per un altro po' ^^

mercoledì 13 novembre 2013

Workshop: Raccontare con il colore - tenuto da Barbara Canepa

La classe si prepara alla lezione!
Rieccoci qui, per l'ultimo workshop di quest'anno di cui vi avevo già accennato nei post precedenti.

Dopo aver fatto una full immersion di character design e animazione Pixar in luglio, di uso e creazione di pennelli e textures di Photoshop con il grande Paolo Domeniconi a Follonica ai primi di ottobre e aver chiuso lo stesso mese col delizioso tea party autunnale organizzato da Arianna Robustelli e Isabella Mazzanti, dove abbiamo esplorato e ritratto ad acquarello il panorama autunnale della campagna a nord di Roma, eccoci arrivati all'ultima tappa di questo percorso: la narrazione attraverso il colore, workshop tenuto dall'incredibile Barbara Canepa e organizzato dalla De Dominicis Agency con una sempre fantastica Isabella  (se volete dare una sbirciatina ecco il link alla pagina ufficiale dell'evento).

Faccio una piccola premessa: avevo già avuto la fortuna di partecipare ad un workshop tenuto da Barbara qualche anno fa a Palermo, nel novembre 2010 (per chi vuole sbirciare il mio sketchbook dell'epoca avevo fatto una sorta di piccolo diario di viaggio) ed era stato super energizzante. Quella volta avevamo affrontato un diverso argomento, ossia come strutturare una copertina. Ricordo che, oltre a essermi divertita come una pazza, avevo ricevuto un sacco di consigli utilissimi e incredibilmente mirati e che il periodo immediatamente successivo era stato uno dei più prolifici della mia vita. Tra l'altro mi aveva aiutata ad uscire da un momento in cui mi sentivo "bloccata"; non che non riuscissi a disegnare, ma non riuscivo a PROGREDIRE e non capivo dove mi fossi arenata.

Da quel workshop è ricominciato tutto per me.

Secondo giorno

Così, quando alcune settimane fa ho visto sulla bacheca Facebook del mio amico Fabio di questa nuova iniziativa ho "rotto il porcellino" ed ho deciso di tentare a partecipare alla selezione per i partecipanti al corso (il corso è infatti aperto solo a chi già ha un po' di dimestichezza con la colorazione digitale). Quando poi ho saputo di essere stata presa l'emozione è salita alle stelle!

Barbara intenta a dedicare i libri che ha portato per i suoi corsisti

Quando ho iniziato il mio percorso come illustratrice avevo qualche inconsapevole difficoltà nell'uso del colore... nel senso che non riuscivo a rinunciare ad usare tutto l'arcobaleno mentre è stato poi vitale imparare che non tutti i colori possono essere abbinati fra loro (sembra scontato... ma non sempre lo è!). Nel 2010 era ancora tutto un impazzare di tinte e ricordo che Barbara mi diede un sacco di consigli preziosi su questo argomento e, da lì, mi sono messa al lavoro come una matta per cercare di colmare questa lacuna.

Arianna Robustelli, Antonio Zeoli ed Elisa Di Virgilio
Per tanti motivi quindi attendevo con una certa trepidazione queste lezioni: da una parte era un modo per ricollegarsi al passato e capire a che punto del mio percorso ero arrivata. Da un'altra un'occasione favolosa per avere nuovi stimoli, imparare tanto e anche per conoscere nuove persone e incontrare amici che non sempre riesco a vedere (siamo sempre tutti segregati come orsetti nelle nostre tane, c'è poco da fare!).

L'incontro con altri corsisti è una delle mie parti preferite, prende un buon 50% di ogni workshop... non so se sono sempre stata fortunata io o se la nostra è una categoria composta di sole persone meravigliose... ma ogni volta è bellissimo tornare con nuovi amici, dopo aver riso come matti ed essersi scambiati i peggiori aneddoti (qualcuno ancora ride per una certa regina di cui si parlò...).

Questo workshop ha avuto la sua identità, ancora una volta diversa dai precedenti, ancora una volta lasciandomi qualcosa di importante. In questo caso si è trattato principalmente di un flusso di informazioni: Barbara ci parlava, raccontandoci il suo percorso, affrontando alcune cose che sono importanti nel suo modo di lavorare, mostrandoci passo passo quello che è il suo universo e il modo in cui lo costruisce. Noi invece lavoravamo alle nostre tavole e quello che facevamo, almeno nel divenire, non era un esercizio da correggere, ma era un modo per lei per apprendere informazioni su di noi, su chi siamo e su come portiamo il nostro piccolo mondo sul foglio.

Un'altra cosa importante da non sottovalutare è avere l'occasione di confrontarsi con gli altri colleghi: ecco Arianna Rea
che si fa un giretto dopo aver ritirato il suo libro firmato ;)
Il primo giorno di lezione ero talmente tesa che ho ascoltato tanto ma combinato niente in termini pratici. Seriamente, ho aperto il computer e ho pensato: "beh? Che faccio? Come si usa questo coso?". Panico.
Ho dato le basi e messo qualche ombra.

Tornata a casa ero divisa fra la grandissima eccitazione per le cose nuove che già avevamo iniziato a conoscere - e che avevo voglia di sperimentare - e la depressione causata dalla stanchezza e dalla sensazione di essere un pesce fuor d'acqua.

Così mi sono messa a dormire e ho messo la sveglia l'indomani mattina presto (alle ore 6.00) per portare avanti la tavola iniziata e cominciare il secondo esercizio. Dal momento che ero nel turno pomeridiano infatti potevo approfittare delle ore mattutine lavorare prima della nuova lezione.

ALLE 4.00 MI SI SPALANCANO GLI OCCHI.
Inizio a pensare: "potrei sperimentare questo... quello... potrei fare delle prove colore così e cosà...." e intanto l'altra parte di me mi urlava: "Stai zitta Grande Giove, per Diana e compagnia bella! Silenzio ho sonno! Dormi! Dormi ti prego!"

Ma niente da fare. Ci ho messo un'ora a sedare il mio cervello, costringendolo a pensare a cascate e prati in fiore new age, il tutto con scarsissimi risultati.

Ecco alcune delle cose prodotte quella mattina, nel pieno delle mie facoltà mentali o quasi.
Dico scarsissimi perchè io sono una che tocca il materasso e cade in catalessi. Per averci messo un'ora queste idee new age non devono essere state il massimo della pensata. Ma erano le maledette 4 del mattino: mi sento scusata.

Francesca Zambon e Riccardo Pieruccini non possono credere ai loro occhi... che segreti celerà questo scatto?
Il secondo giorno prosegue similmente al primo, ma io finalmente mi riprendo e ingrano una marcia migliore. E la sera si esce fuori a cena insieme! Purtroppo non ho foto della serata, posso solo dirvi che grandi piani sono stati elaborati e che da un domani di difficile collocazione temporale il mondo che conoscete non sarà più lo stesso (e ora una bella risata malvagia con eco).

Pausa pranzo! Tutti al riparo dalla pioggia sotto un'amichevole tettoia
In compenso ho qualche foto del pranzo del giorno dopo, come potete vedere!


Già che ci "troviamo in zona" con le foto ne approfitto per dire che ho amato la zona di Roma dietro la metro Cavour, in via del Boschetto, dove si è svolto il workshop. Per un motivo o per l'altro non mi ero mai spinta in quel punto preciso anche se negli anni ci ho sempre girato attorno... ed è veramente delizioso! Veramente una bella scoperta. E poi adoro i negozianti e le loro idee... come questa:

L'ho notata l'ultimo giorno mentre come al solito correvo per non arrivare tardi all'appuntamento per pranzo. Ma non
potevo non fotografarlo, sarebbe stato un crimine!

Nella foto qui sopra, sulla destra, potete notare come il nostro gentile Fabio si sia prestato per fornirci una valida reference fotografica di esempio sulle controluci derivate dall'ambiente circostante! Che poi si sia prestato a causa dello sfinimento per gli 8.000 scatti fotografici già subiti è una quisquilia di assai poca rilevanza, dunque perchè soffermarvisi.

Insomma, il terzo giorno è arrivato e con esso anche la correzione dei lavori svolti. Il momento che tutti aspettavano con un poco di timore è stato invece veramente interessante.

Infatti tutti abbiamo stili diversi, un diverso approccio alla scelta dei colori e al modo di darli. Sentire per ognuno di noi i commenti di Barbara ci ha aiutato a capire i punti di forza e quelli deboli di scelte che da soli, magari, nemmeno avremmo mai affrontato. E' stato un po' come trovare un easter egg con contenuti aggiuntivi insomma! E lei è stata sempre molto carina, pronta a farsi due risate con noi quando qualcosa non funzionava e rendendo così questo un momento di apprendimento di grande partecipazione senza disagio.

In sintesi? Consigliatissimo!

Ecco uno dei miei lavori, dalla matita di partenza al lavoro finito.

mercoledì 30 ottobre 2013

Workshop: Colori d'autunno

Ogni tazza aveva il suo delizioso bigliettino
personalizzato col nome del partecipante al corso
ad essa destinato. Meraviglioso!
Quest'anno ho deciso di dedicarmi un po' alla mia formazione. A causa del lavoro continuo (sia sempre ringraziata Julia Cameron XDDD) e delle tasche perennemente vuote (il lavoro sarà anche continuo, ma il flusso di bollette e conti da pagare pure) avevo miseramente lasciato da parte la possibilità di accudire un po' me stessa da questo punto di vista.

Avete presente quando sentite dentro di voi di essere arrivati alla fine di un livello ma di non riuscire a trovare la chiave per passare a quello successivo? Ecco, era diventata una sensazione a tratti un po' ossessiva e quindi fare qualcosa è stato imperativo.

Ho iniziato con dei corsi online, proseguito questa estate con l'incredibile Animation Masterclass della Pixar (organizzato a Roma da Ciro Sannino) e ad inizio autunno con un meraviglioso workshop tenuto da Paolo Domeniconi (e organizzato da Teresa Alberini in quel di Follonica, di cui vi ho parlato nello scorso post).

Per quanto riguarda quest'ultimo ho avuto modo di sottolineare quanto tè e tisane siano alla base degli elementi liquidi della vita quotidiana di un'illustratore. Diciamo che tè e tisane stanno agli illustratori come i superalcolici stanno a Marion Ravenwood.

Potete dunque immaginare come mi si sono drizzate le antenne all'apparire di questa immagine di fronte ai miei occhi:

Organizzato da Arianna Robustelli e Isabella Mazzanti ecco un workshop che promette un pomeriggio in una favolosa casa di campagna, con due fantastiche illustratrici come guide e promesse di tè, torte biscotti, focacce, caldarroste e quant'altro. Tutto fatto in casa dalla mamma di Arianna e rigorosamente biologico (è addirittura andata presso un mulino in Toscana il giorno prima per comprare la farina!!!).

Colgo l'occasione per dire: Facebook non deve essere ovviamente il posto in cui passare tutte e 24 le ore della propria giornata. Ma se siete disegnatori non vi farebbe male iscrivervi, è un ottimo posto non solo per conoscere tante fantastiche persone, ma anche per conoscere workshop favolosi (come questo ad esempio!).
Isabella

Arianna
Ora posto che:
- Adoro l'autunno
- Adoro la campagna
- Stravedo per tè, tisane, dolcini, castagne e caminetti

Si evince che non avrei saputo facilmente dire di no. Quindi mi sono fiondata a dare una sbirciatina e ho scoperto che il prezzo era più che accessibile: 25 euro per un pomeriggio che si prospettava decisamente speciale: quindi perchè esitare? E infatti mi sono iscritta per prima alla velocità della luce XDDD

Eccoci qui: una pletora di illustratori!
Tra l'altro ho avuto modo così di rivedere la dolcissima Teresa, incontrare finalmente di persona Noemi Gambini (con la quale ci siamo fatte matte risate per tutto il giorno) e Daniela Volpari (con cui ho fatto una delle mie solite figure: su Facebook ci eravamo salutate allegramente con siiii daiii così ci si vede!!! Però mi sono scordata di guardare una foto per poterla riconoscere e così, quando ci siamo incontrate e salutate io non HO MINIMAMENTE capito chi fosse. Circa 3 ore dopo parlando con Noemi salta fuori che si trattava di Daniela LEI e così dopo l'esercizio all'aperto sono andata a ripresentarmi! Sono una creatura imbarazzante, non ce n'è :D). Ho anche incontrato due ragazze che avevano fatto la masterclass Pixar a luglio come me! Il nostro mondo è piccolo piccolo certe volte.

Ogni dettaglio era curato con attenzione così da trasmettere
l'atmosfera autunnale!
Una volta che ci siamo tutti riuniti e presentati e muniti di tè caldi e fumanti, Isabella e Arianna ci hanno introdotto a quello che sarebbe stato il tema del nostro lavoro: la natura come protagonista dell'illustrazione e non solo come mero espediente riempitivo.

E da dove cominciare a sperimentare se non dal ricchissimo giardino di Arianna? Era un piccolo Eden ricco di alberi e piante, prati, muschi, ciclamini, straripanti cespugli di odori: rosmarino, salvia, lavanda. Macchie di cactus, alberi di fico, ulivi, mimose, edere...

Ovunque c'erano muretti di pietra e scalette, un comodo patio con tavolo e sedie... solo l'imbarazzo della scelta per trovare un posticino dove sedersi!

Io di fronte a tanta scelta ho fatto la cosa che faccio sempre: trovare la soluzione più selvatica possibile. Così ho scelto una bella macchia di erba e fango umidi e mi ci sono sfrittellata sopra senza tanti complimenti.
Il fatto è che avevo puntato un angolo di giardino particolare dove c'era una gran concentrazione di varietà di piante che creavano un atmosfera particolare ad arco e che si sviluppavano prevalentemente in orizzontale.
E quando io mi fisso su qualcosa non ci sono più ragioni, specialmente se si tratta di lavoro.
Noemi at work
Ma anche in ogni altra circostanza che coinvolga il mio entusiasmo. Sono un'entusiasta, ecco (mettiamola così).

Con Noemi, Teresa e Alessandra (amica di Teresa che ho avuto la fortuna di conoscere in questa occasione!) quindi facciamo un gruppetto e popoliamo quell'area di giardino.

Ci siamo divertite come matte e abbiamo ricevuto la compagnia inaspettata degli abitanti di un vicino pollaio, di un silenzioso felino nero e di una strana creatura che emetteva, da un angolo oscuro, un verso simile a quello di un cucciolo di cane ma accompagnato da un frullare d'ali. Per non parlare del fatto che alle volte il latrato diventava quasi simile ad un vagito. Esperienza quanto meno surreale. Ma non siamo mai riuscite neanche ad intravedere da dove provenissero quei suoni, e così la faccenda resterà per sempre avvolta nel mistero.

Teresa at work
Col passare delle ore il sole è calato e l'umidità e aumentata, a tal punto che il foglio ha iniziato a bagnarsi anche dove l'acqua non era mai stata portata dai nostri pennelli. Nonostante l'ammirevole voglia di sfidare questa nuova avversità abbiamo dovuto convenire che era giunto il momento di spostare noialtri all'interno della casa, dove ad attenderci c'erano un banchetto allestito di tutto punto, nuova acqua calda per nuovi infusi e un bel caminetto scoppiettante (e dove finalmente ho avuto anche occasione di fare due chiacchiere con Arianna di persona!).

Direi che si commentano da soli.
Mancano all'appello ciambelline, torta al cioccolato,
caldarroste e pezzi di focacce rustiche. Ma fidatevi
era tutto incredibile.
Curiosità sul caminetto, è stato costruito dal papà della nostra gentile ospite in due sole settimane. Un camino meraviglioso e grandissimo. Io in due settimane ancora non ho finito di riverniciare la prima metà del mio cancello. Che altro aggiungere.

Dopo esserci adeguatamente rifocillati con tutte quelle delizie ci siamo accoccolati nuovamente alle nostre postazioni.

Isabella accompagnata da Arianna ha iniziato a farci una presentazione video dell'argomento che stavamo trattando.
Aveva infatti preparato un interessante selezione di immagini autunnali riguardanti la natura fra le più famose della storia dell'arte, a partire dalle più classiche fino ad arrivare agli artisti contemporanei.
Di ognuna sono stati fatti notare gli elementi più significativi, come sono cambiate alcune scelte nel tempo e quali, perché alcune o altre soluzioni erano particolarmente importanti sia nel loro contesto che per noi che oggi le osserviamo.

Alcuni dei libri da consultare a disposizione
Ho anche conosciuto così alcuni capolavori che non avevo mai visto.
Abbiamo concluso con alcune illustrazioni di Isabella stessa che mostravano appunto come lei introduceva la natura come vero e proprio "personaggio" delle sue tavole.

Infine ci siamo di nuovo messi all'opera.
Chi ha voluto ha portato a termine il lavoro iniziato in giardino.
Altri hanno fatto un simpatico esercizio: creare macchie di colore con l'acquarello da riempire successivamente con elementi naturali e decorativi.
Io avrei voluto fare entrambe le cose ma purtroppo non ce n'è stato il tempo; ho preparato le mie macchie, che finirò di lavorare in un futuro spero non troppo lontano, e ho portato a termine la mia illustrazione iniziata in giardino.

E, visto che ultimamente tutte le mie illustrazioni personali si stanno popolando di mostrini, poteva forse questa fare eccezione? Naturalmente no!

Il "mio" personale angolo di lavoro
Io al lavoro (con l'aria di chi ha visto un fantasma)
Il lavoro fatto quel giorno
dettaglio
Sto ultimando il lavoro con Photoshop (mi piacerebbe finirlo in settimana... vedremo). Quinta più scura
e cornice decorata, con elementi rigorosamente naturali... e con mostrini. Non posso resistere.
Dettaglio della cornice
Alla fine della giornata Isabella ha realizzato un piccolo originale realizzato durante la giornata ad un'allieva meritevole... e chi più meritevole della dolcissima (e bravissima) Noemi?

E infatti eccola qui con il suo premio, immortalata in una foto tremula come tutte quelle che ho scattato.
Il mondo guarda le mie foto e ringrazia ogni giorno che io non abbia deciso di fare il chirurgo. Ringraziate anche voi.

martedì 8 ottobre 2013

Perchè un workshop deve essere proprio così

Treno diretto da casa mia verso Follonica: quest'avventura è inizia con il piede giusto!
PROLOGO

Era il mese di luglio quando la notizia di un workshop tenuto da Paolo Domeniconi si affaccia con simpatia nella mia vita e attrae la mia attenzione in molti modi: l'organizzatrice, la fantastica Teresa Alberini, mi scrive per chiedermi se posso pubblicizzarlo sul mio blog.
Le mie amiche Morena Forza e Ilaria Urbinati si sono iscritte e mi invitano a partecipare.
Ovunque la locandina con le bellissime immagini di Paolo mi guarda sorniona e mi sembra di sentirla dire: "tanto capitolerai, lo sai che ci vuoi troppo andare".
E così è stato.
Io e Ilaria - Foto di Teresa Alberini

ARRIVO E SISTEMAZIONE

Così, pochi mesi dopo, in un soleggiato 4 ottobre salivo su un treno diretta alla volta di Follonica, con le mie borse sempre sproporzionatamente enormi rispetto al numero di giorni di lontananza da casa (e questo nonostante io sia comunque riuscita a scordarmi delle cose!).

E' stato l'inizio di quello che credo sia stata una delle più belle esperienze che io abbia vissuto!

Tutto intorno al nostro residence
Arrivata in stazione conosco finalmente Teresa di persona, ritrovo Fabio (Mancini), già conosciuto a Roma tramite Ilaria e Morena, e conosco una nuova Elisa (Rocchi: non siamo mai abbastanza Elise!).

E mi sento felice: le cose iniziano nel migliore dei modi!

Arriviamo al residence - delizioso - e iniziamo a sistemarci: super abbracci & mega affetto, finalmente rivedo le mie amiche!! E piano piano inizio a conoscere nuove persone, primo (tecnicamente secondo visto che ho incontrato la mia omonima preferita pochi minuti prima) Michele Giorgi.

Siamo tutti stanchini e arriviamo scaglionati. L'ultima di noi, Toko Okuda, arriva intorno alla mezzanotte niente meno che da quel di Barcellona (che grande ammirazione per l'impegno e la disponibilità di Teresa! Una donna impavida e gentilissima che ha fatto avanti e indietro con l'auto dal residence alla stazione del treno per l'intera giornata).

Per cenare ordiniamo tutti insieme in un locale davanti al residence e così conosco anche Silvia Aimar e Cristina Bellacicco, che scopro essere state compagne di studi di Ilaria e Silvia Verzilli e Chiara Favale, anche loro di Roma!
Paolo intento a mostrare alcune particolarità delle
differenti rese di stampa... e a dedicare libri!

La sera dopo cena giunge il momento del primo tisana party.
Morena, perfetta ospite, ci accoglie con un delizioso infuso di garofano e cannella.
Una Morena da gran copertina
Dalla soglia della sua casetta vedo passare un uomo intento a dirigersi verso un altro ingresso poco lontano: Paolo Domeniconi è arrivato!!
Intanto noi si parla dell'attesa per il giorno a venire, di Julia Cameron, di personalità e soprattutto di amenità varie ed eventuali. E si va a dormire tardissimo. L'impressione è quella di partecipare alla gita di classe ideale, quella da telefilm, quella dove tutti sono meravigliosi. Un sogno.

IL CORSO

Altrettanto importante è non solo apprendere dal Maestro
e sperimentare, ma anche confrontarsi fra corsisti!
Tutti in classe! Il risveglio è stato duro, durissimo, ma, complice la vicinanza da villetta a schiera riusciamo ad entrare tutti per tempo e a disporci in allegria ognuno alla sua postazione. Si aggiungono gli ultimi membri del gruppo che non avevano potuto unirsi a noi fin dal giorno precedente e siamo pronti.

La classe è in trepida attesa, i computer vengono accesi e impostati. Si aprono cartelle con i files preparati, si apre Photoshop, si sopporta la mancanza di RAM in taluni casi.

E finalmente si aprono le danze! Paolo ci saluta e si presenta. E poi tocca a noi. Inizia la dolce Elena Gonano che ci lascia tutti a bocca aperta con le sue splendide tavole illustrate.

Da bravi illustratori abbiamo tutti la nostra buona dose di timidezza congenita, ma al giro non si sfugge e così ognuno fa la sua parte: mi chiamo Morilisa, ho studiato qui, lavoro in questo modo, le mi aspirazioni sono di riuscire meglio in questo e quello. E poi la presentazione dei nostri lavori, in modo che siano loro a spiegare agli altri chi siamo, visto che noi non ce la caviamo tanto bene a spiegarlo a parole.

PAOLO E' UN INSEGNANTE FAVOLOSO. Gentilissimo, disponibile, simpatico e sa veramente tantissimo! Abbiamo imparato talmente tanto tutti quanti da lui che non saprei da dove iniziare a spiegare.
Elisa e Silvia
In poche ore abbiamo scoperto su Photoshop tante cose che neanche in un paio di anni di lavoro avremmo raccolto singolarmente.
Cristina e Teresa

Altra cosa bellissima è stato lo scambio. Paolo girava parlava e, quando scopriva qualcosa di nuovo incoraggiava i corsisti a venire a parlare alla sua postazione e a mostrare al resto della classe ciò che sapevano. Così Ilaria (Urbinati) ci ha mostrato un set di pennelli che aveva e il suo modo di usarli a volte fuori dagli schemi ma di grande effetto e Roberto (Ricci) ci ha mostrato il metodo che adopera per isolare le matite e colorarle. E tutti quanti parlando e scherzando ci siamo divertiti, confrontati, abbiamo fatto domande e scoperto nelle risposte ancora più di quanto ci aspettassimo. E non sono mancati i momenti di ilarità: qualcuno ha parlato di una regina su un livello a parte?

La sera siamo usciti tutti a mangiare assieme: super pizza!

E tornati a casa di nuovo è tisana party... la voglia di stare assieme era talmente tanta che superava di gran
Elisa impegnata in quello che è lo sport
preferito degli illustratori: bere cose trasgressive
come acqua naturale, tisane o té deteinato.
lunga la mancanza di ore di sonno che continuavano a diminuire spietatamente. Ma del resto come sprecare un'occasione come quella per stare tutti assieme? Sarebbe stato un delitto!

Insomma, fra corse tra una casetta e l'altra in serate piovose, passeggiate all'aria fresca in pomeriggi dal sapore primaverile, lezioni, risate e alti momenti di frizzante convivialità i giorni si alternano e purtroppo volgono anche al loro termine. Del resto le cose così belle si apprezzano ancora di più quando la loro durata nel tempo è circoscritta... sono ancora più intense!
Prendere una boccata d'aria fresca dopo tante
ore passate a lavorare è fondamentale!

Toko, mia "compagna di banco" insieme ad
Ilaria in queste giornate!
Onore al merito a Paolo che non solo ha ci ha dato tanto nella nostra lingua, ma ha affrontato una sfida come quella di una lezione bilingue italiano / inglese cavandosela più che egregiamente vista la percentuale di termini tecnici tra cui doversi destreggiare!

Dopo la cena - cena che stavolta è stata coronata da uno splendido gelato che tutti bramavano dal primo giorno di arrivo - ci aspetta un ultimo tisana party questa volta al sapore di melissa, tiglio e camomilla e si va tutti a riposare (ad orari indicibili, tanto che dubitavo sarei riuscita a sollevare anche solo una palpebra la mattina dopo.
Ila riceve il famigerato e delizioso gelato al forno!
Ma invece ho compiuto l'impensabile impresa!).

IN CONCLUSIONE

Io amo andare ai workshop.
Lo amo perché impari tanto.
Lo amo perché è un'occasione di uscire dal guscio e fa prendere aria alle idee sempre chiuse con noi nei nostri antri lavorativi.
Lo amo perché conosci persone nuove, e alcune di esse rimangono nella tua vita e la arricchiscono.

Ma questo non l'ho solo amato. L'ho vissuto.
Tutto il mio affetto a Teresa che l'ha organizzato, a Paolo che ci ha dato tanto - umanamente e professionalmente - e a tutti i nuovi e già consolidati amici che mi hanno accompagnata in questa avventura!

E ora sotto... al lavoro! Tutte queste nuove informazioni non si metteranno certo in pratica da sole!



sabato 28 settembre 2013

10 cose +1 da leggere assolutamente!

Volevo segnalarvi questo post scritto da Morena Forza, illustratrice, per Roba da Disegnatori in cui analizza, tanto dal punto di vista dell'illustratore che da quello più genuinamente di persona, questo splendido articolo (di cui vi consiglio vivamente la lettura) scritto da Milton Glaser e tradotto da Giulia Crivelli per il Sole 24 Ore: "Dieci cose che ho imparato".

Se l'articolo originale esprime con semplicità ed effetto concetti tanto importanti quanto alle volte sottovalutati, il post di Morena li completa ed arricchisce di sfumature con le sue riflessioni. Da non perdere.

mercoledì 25 settembre 2013

Day 25/365


Non riesco a tenere aggiornato il blog come mi piacerebbe, ma gli sketch proseguono a pieno ritmo (anche ben più di uno al giorno visto che si tratta quasi sempre di prove di lavori in corso).
Ne posto alcuni carini (quelli che posso mostrare).








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