Un paio di giorni prima di andare in fiera a Bologna ho risposto alla mail di una ragazza che per la prima volta voleva avventurarsi in loco e cercava qualche indicazione sul da farsi.
Come sempre quando ritengo che il contenuto della conversazione (o della risposta, in questo caso) possa essere utile per altri lo posto anche qui sul blog. So che la fiera del libro è appena finita, ma 365 giorni per iniziare a sapere come prepararla vanno sempre bene, anche se sembrano tanti. Soprattutto se sembrano tanti. Non fatevi ingannare: il tempo per prepararsi finisce subito!
E andiamo ad iniziare:
"Cara *__*,
Come sempre quando ritengo che il contenuto della conversazione (o della risposta, in questo caso) possa essere utile per altri lo posto anche qui sul blog. So che la fiera del libro è appena finita, ma 365 giorni per iniziare a sapere come prepararla vanno sempre bene, anche se sembrano tanti. Soprattutto se sembrano tanti. Non fatevi ingannare: il tempo per prepararsi finisce subito!
E andiamo ad iniziare:
"Cara *__*,
stamattina ho guardato attentamente i tuoi lavori e spero di riuscire a darti dei consigli che possano esserti utili, quindi passo subito a rispondere alle tue domande!
Allora, la fiera di Bologna è grande e frenetica. Gli editori non sono presenti tutti i giorni, ci sono soprattutto venditori (di diritti, di libri...), quindi il loro tempo è poco e lo spazio dedicato a guardare i portfolio spesso è molto ridotto quindi il primo consiglio è: poco materiale, il tuo preferito, e un formato non eccessivamente ingombrante perché può risultare un problema.
Inoltre anche andare in giro con una cartella enorme potrebbe essere veramente disagevole. Eventualmente fai delle scansioni e delle stampe ad alta risoluzione e sistemale in una cartellina professionale a fogli mobili, in modo da poter eventualmente cambiare l'ordine della presentazione dei tuoi disegni qualora fosse necessario (o buttatevi sulla tecnologia e portatevi il portfolio su supporto digitale).
Questo anche perché gli originali spesso finiscono per sporcarsi e alcuni editori per primi non si sentono molto a loro agio nel maneggiarli, per rispetto nei tuoi confronti e timore di danneggiarli in qualche modo. All'opposto ad altri non importa niente e magari ci scappa la ditata unta di margherita che, insomma, non è mai un piacere sulla tua tavola preferita.
Non servono più di 20/24 immagini (in un solo portfolio).
Se ne hai molte prova a raggrupparle per aree tematiche. Soprattutto qualora volessi presentare più di uno stile (ad esempio per bambini e realistico, oppure per soggetto - bambini, creature fantastiche, paesaggi, ecc).
Per quanto riguarda il materiale promozionale a parte il famoso "muro degli illustratori" puoi ovviamente anche lasciarlo agli stand ma non come "volantinaggio" diciamo, anche perché verrebbe subito buttato con probabilità 99% (hanno un sacco di cose per le mani in fiera e quasi tutti preferiscono non archiviare centinaia di biglietti e brochures lasciate dai vari anonimi aspiranti illustratori - che sono tantissimi). Piuttosto dopo un colloquio andato bene chiedi se gli fa piacere che lasci qualcosa, saranno loro a dirti se si o no - O più probabilmente a chiedertelo per primi :)
Per quanto riguarda i libri certo, è sempre meglio avere un progetto, ma è anche vero che il tuo tratto è ancora un po' acerbo quindi va bene anche semplicemente iniziare a raccogliere impressioni e pareri.
Raccogli tanti cataloghi, fai tante foto, prendi indirizzi e studia quello che vedi perché il mercato dell'illustrazione ha delle sue regole ben precise e dal tuo sito vedo che hai un approccio al disegno più da pittrice che non da illustratrice.
Per farti capire meglio cosa intendo ti suggerisco di leggere questa serie di articoli di Gianluca Garofalo (eccezionale illustratore italiano), veramente illuminanti e leggeri e scorrevoli: http://aduntratto. com/magazine/Contenuto- contenuto-contenuto
[...]
Porta solo cose impaginate in modo professionale: sul sito ho visto foto in cui si vedono parti di nastrino o tavole che sono fatte su un quaderno aperto e in cui si vede la piega della pagina: quello assolutamente non va bene quindi, anche se magari ti piace molto, non metterlo. Piuttosto fai una nuova scansione in cui non si vedono elementi estranei alla tavola (nel caso delle fotografie).
Per quanto riguarda le illustrazioni vere e proprie: il primo problema che mi salta all'occhio è la totale mancanza di sfondi. Ci sono solo personaggi ma questo, ovviamente, in un libro non funziona.
Ci sono libri per bimbi molto piccini con solo personaggi, ma hanno uno stile molto più semplice e rotondo, lontano dal tuo universo che non è rivolto a quel tipo di target.
Poi c'è poca varietà: tante creature fantastiche, qualche bambino, qualche animale più realistico. Un editore che vedesse queste tavole non potrebbe assolutamente farsi un'idea di come ti comporteresti tu qualora dovessi disegnare oggetti, persone adulte o anziane, ambienti... Quando ti proponi per lavorare ad un libro devi far capire che puoi portare su carta un intero universo, non solamente come sviluppi uno dei suoi aspetti. Questo perché gli editori non possono permettersi di fare un investimento finanziario in cui si limitano ad intuire il tuo potenziale: devono poterlo vedere e giudicare in base a ciò che vedono.
Non solo editori: quando sarai alla fiera non cercare solo editori che ti piacciono ma cerca libri, autori che ti colpiscono. Che possano esserti d'ispirazione. Che tu possa studiare per capire come lavorano, perché fanno certe determinate scelte, come potresti lavorare tu per ottenere un risultato personale che però si adatti alle regole della composizione del libro illustrato.
Perché per fare un libro si devono seguire tantissime regole che valgono per tutti, indipendentemente dallo stile e dalla sensibilità personali.
Quindi il mio consiglio spassionato è: vai, raccogli più materiale che puoi, chiedi più pareri che puoi, studia tantissimo, se riesci segui qualche conferenza. Fai tanta tanta ricerca! Solo dopo aver rivolto le tue energie in questo senso avrai chiara la struttura di questo lavoro e i suoi meccanismi di base.
L'ultimo consiglio è per l'umore: tutti quelli che vanno a Bologna le prime volte ne escono semi traumatizzati, perché gli editori sono spicci, hanno poco tempo e mille cose da fare e spesso capita di incontrare qualche persona al limite dell'esaurimento nervoso che userà poco garbo o poco tatto nella conversazione.
Ricordati che se però ti sta dedicando il suo tempo, indipendentemente da quanto possa essere aspro ti dirà cose che ritiene possano aiutarti a crescere quindi ascoltale con attenzione. Non dire mai "si lo so, questo è vecchio, in effetti non mi convinceva": metteresti gli editori di cattivo umore perché la reazione è "e allora perché me lo stai facendo vedere?". So che uno tende a difendersi ma la cosa migliore da fare in quel caso è dire semplicemente "grazie, ho capito". E poi rifletterci su con calma.
E poi non prendertela. I disegnatori hanno dei legami fin troppo personali con i loro lavori, ma le tavole non sono figli. Sono lavoro. Una tavola, due tavole o anche un book che ricevono una risposta negativa non sono te. Non sei tu che non vai bene. La situazione è semplicemente che in quel caso devi fare la massima attenzione per capire cosa non funziona e aggiustare il tiro, studiare nuove soluzioni, produrre nuovi lavori. Tu andrai sempre bene: è il tuo lavoro che deve cambiare per progredire. E' fisiologico e sarebbe preoccupante il contrario.
Te lo dico perché non sai quante legnate sui denti ci siamo presi tanto io quanto i miei amici e colleghi e avrei voluto me lo dicesse qualcuno all'epoca.
Ti auguro una bella fiera!"
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