venerdì 16 marzo 2012

Cose da fare durante la fiera del libro di Bologna


TOC BOLOGNA: DOMENICA 18 MARZO


O'Reilly Media e Bologna Children's Book Fair si uniscono nuovamente per dare vita alla seconda edizione di TOC Bologna: un evento senza precedenti che prevede incontri, dimostrazioni, seminari e presentazioni toccando i temi più profondi legati alla narrativa nell'era digitale.

Per seguire la discussione in diretta domenica prossima seguite #tocbologna2012 su twitter oppure seguiteci nelle prossime settimane sul sito www.tocbologna.com 



Il programma eventi


Non dimenticate di dare uno sguardo al programma eventi definitivo: l'edizione di quest'anno offre un'ampia scelta tra workshop, conferenze, inaugurazioni e seminari, che approfondiranno le tematiche del settore e vi aggiorneranno sulle ultime novità! 

Il 2012 propone oltre al Centro Traduttori, al Caffè degli Illustratori e al Caffè degli Autori, una nuova area espositiva dedicata al caldissimo tema del "digitale", realizzata in collaborazione con O'Reilly Media - O'Reilly TOC Pavilion - accompagnata da un denso programma di incontri e presentazioni al Digital Café.

Consultate anche il programma degli eventi in città: le vostre giornate a Bologna non avranno un solo momento libero e le mostre apriranno fin da questo venerdì! 



Mostra TWO CENTURIES AFTER


In occasione della celebrazione mondiale del bicentenario della nascita di Charles Dickens, anche la Fiera del Libro per Ragazzi rende omaggio al grande scrittore organizzando la mostra "Two centuries after" dedicata al giovane pubblico.
La mostra, curata dalla Cooperativa Culturale Giannino Stoppani, propone un'amplissima scelta di edizioni dickensiane di tutto il mondo, tra cui un'entusiasmante raccolta di pop-up, una rassegna di illustrazioni realizzate dai maggiori illustratori per ragazzi, e una sezione dedicata al cinema e al fumetto ispirati ai romanzi del grande scrittore; sarà inoltre accompagnata da numerosi workshop per i bambini e gli young adults.

L'iniziativa è inserita nel calendario internazionale "Dickens 2012" ed è patrocinata dal British Council.

La mostra sarà ospitata nelle sale di Casa Saraceni, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, via Farini 15 - Bologna, e verrà inaugurata ufficialmente lunedì 19 marzo, ore 19.30.
Rimarrà aperta al pubblico dal 20 marzo al 29 aprile 2012.
 



BOLIBRÌ- il bookstore della Fiera del Libro per Ragazzi in collaborazione con Librerie Feltrinelli.


Nell'ambito della rassegna Fieri di Leggere, la Fiera del Libro per Ragazzi e Librerie Feltrinelli, con il patrocinio di AIE - Associazione Italiana Editori, presentano a Bologna una grande libreria internazionale per ragazzi.
Dal 17 al 25 marzo in piazza Nettuno nasce Bolibrì, un'imperdibile occasione per scoprire libri da tutto il mondo: il bookstore offre un ricco programma di eventi gratuiti per incontrare autori e illustratori, parlare e giocare con loro in workshop e laboratori.

Programma completo su www.lafeltrinelli.it 

Inoltre, l'iniziativa Facce da libri - Bookfaces, organizzata da AIE, propone oltre 30 appuntamenti di autori ed editori per ragazzi con il pubblico di Bologna (Biblioteca Salaborsa, da martedì 20 a giovedì 22 marzo)

venerdì 2 marzo 2012

Il valore di un illustratore / artista

Ora, questo non vuole essere proprio un post di approfondimento, più che altro una riflessione.

Prima di iniziare una piccola premessa: si tratta esclusivamente del mio punto di vista sulla questione, ma mi farebbe piacere se qualcuno che la pensa diversamente apportasse il suo contributo con un commento <3

Parlando con due miei amici - che non si conoscono e in giorni e contesti separati - di recente mi è venuto da pensare a quanto gli artisti non abbiano la benchè minima idea del valore del loro lavoro, del tempo impiegato a lavorare, quello passato a esercitarsi, ecc.

Sembra che tutto si riduca a essere "artisti di talento" pur di essere artisti apprezzabili e, ovviamente, moltissimi non si sentono mai all'altezza di questa etichetta.

A volte il motivo è l'essere autodidatti. Altre volte il sentirsi inferiori rispetto ad altri colleghi. C'è chi pensa che non usando materiali di pregio allora non merita compensi. E via discorrendo. E qui arriviamo al punto.
Per questi e per molti altri motivi, quando ricevono una richiesta di lavoro, gli artisti non riescono a chiedere di essere pagati. Non ce la fanno proprio, la cosa li imbarazza. Per placare le incessanti richieste dell'interlocutore e non vederlo, eventualmente, andare via triste e deluso (cosa che capita spesso, perchè il cliente medio non ha idea del valore del lavoro che va a richiedere. Questo si traduce in scene imbarazzantissime con persone che insistono per avere uno sconto, che dicono che vorrebbero tanto ma non hanno i soldi, che saltano sul posto con gli occhioni sgranati ed emettono urletti e risolini di sorpresa e agitazione. Mi rivolgo a voi. Perfavore. Nope. Lo State Facendo Male. E ora andiamo avanti) arrivano a accettare di venderlo, o meglio di svenderlo.
"Ma certo, sono felice di concederti questo prodotto che ho fatto in 4 giorni di lavoro in cambio del costo di 4 mandaranci".

Un amico addirittura mi ha sconvolto. Piccoli pupazzi grandi come il palmo di una mano, molto accurate e graziose... 4 euro. No, c'è qualcosa che non va. Mi fa: "devi capire che c'è la crisi". E' vero, c'è la crisi e le persone non si possono permettere di comprare tutto quello che va loro. E noi dobbiamo saper resistere ai loro visini tristi. Perchè i 4 euro (ma anche fossero 10??) a cui vendiamo quel pupazzino non ci faranno mai rientrare del tempo speso a crearlo nè dei materiali, che fossero anche trovati in una discarica e ripuliti anche quelli hanno un valore MA COMUNQUE

Al di là di tutto questo. Se il cliente pensa che tu sia bravo, che le tue opere hanno un valore, quelle opere un valore ce l'hanno. Quello artistico immagino si possa dire che salga in base a quanti "esterni" lo apprezzeranno, e in più c'è quello di base, quello comune a tutti i lavori del mondo. E' stato fatto. C'è lavoro dietro.
Anche se uno non è ancora l'artista che vorrebbe essere.
Anche se non è il suo primo lavoro.
Anche se non ha usato quel bel materiale che avrebbe voluto e ne ha usato invee un altro.
Anche se c'è la crisi.

Ma io vorrei vedere se mi venisse a casa l'idraulico e mi dicesse: "signora (bbrrrr) io so riparare il suo rubinetto, ma non bene come farebbero tanti altri idraulici. Sono onorato che abbia scelto me, e per ricambiarla mi piacerebbe aggiustarglielo gratis se me lo consente".

Il giorno che sentirò queste parole casa mia SARA' SALVA ahahahahha.

Prendiamo un attimo il caso che gli altri idraulici lo venissero a sapere quell'uomo non durerebbe a lungo. Subirebbe un linciaggio. Cattivo. E detto fra noi se lo sarebbe anche un po' andato a cercare.
Perchè ovviamente, crisi o non crisi, se qualcuno ti fa il lavoro gratis vai da lui. Sempre. Ci andranno tutti. E poi inizieranno ad abituarcisi e a pretendere che quel tipo di lavoro lo facciano gratis tutti. E se gli altri non si piegano torno da chi me lo fa gratis.
A patto che sia bravo ovviamente. Se l'idraulico gratis fosse un idraulico cane non durerebbe moltissimo la sua professione (ma neanche troppo poco). E come faccio a sapere se sono bravo io? Se merito di proporre la mia opera come lavoro? A questo ci arriveremo.

Tornando al nostro uomo-gratis [cit.], anche se i colleghi non lo linciassero non sopravviverebbe. Dovrebbe fare almeno un altro lavoro. Nella speranza che non gestisca tutti i suoi affari alla stessa maniera, altrimenti sta fresco, per così dire.

Ora, il lavoro artistico è un po' più delicato. Da una parte sta il nostro impegno e la nostra buona fede. Dall'altra il gusto del cliente... perchè ovviamente si tratta di quello.

Se noi venissimo a sapere che l'idraulico gratis è, alla fine, un incompetente che fa esplodere le nostre tubature allora anche vai a quel paese. E uno se ne cerca uno capace di fare il suo lavoro ad un prezzo competitivo.

Ma con l'arte è una cosa un po' più complicata. Diciamo che quello che l'artista deve poter offrire è un prodotto che sia coerente con gli altri visti dal cliente. Non dico uguale. Ma coerente. Perchè se ti dicono "ho visto questa cosa che hai fatto e ne vorrei una sul genere per me" e tu gli presenti tutt'altro allora sei l'idraulico che fa scoppiare le tubature.
Ma se sei stato scelto per il tuo lavoro e lo fai bene, al di là del valore che tu pensi di avere come artista e come persona devi concedere al tuo cliente la facoltà di saper decidere cosa gli piace di più e cosa di meno. Se ti ha scelto gli piace il tuo lavoro. Fine. Anche se a te facesse un po' schifo.

Non dovete sentirvi smontati se qualcuno vi chiede il costo di una vostra opera e poi fugge via mogio mogio o con risatine isteriche. Non siete voi che non valete, è il loro portafogli che non ci arriva.
Anche io entro nei negozi, chiedo il costo, che ne so, di un meraviglioso shampoo professionale e poi il più delle volte batto in ritirata.
Non è che lo shampoo valga di meno per questo. Sono io che non me lo posso permettere. E sono abbastanza sicura che lo shampoo non abbia intenzione alcuna di muovere un passo verso di me per nessun motivo sulla faccia della terra. Se poi io ne sentissi proprio il bisogno, se fosse una cosa che mi fa star bene ecc... allora lo comprerò. Mettendo i soldi da parte. O rinunciando a qualcos'altro.
Se lo shampoo si fa una buona pubblicità e dimostra di sapere il fatto suo dei clienti li troverà sempre. Forse pochi all'inizio, pochi e sporadici. Se non desiste aumenteranno anche. E questo pure se io non trovassi mai modo di acquistarlo.

... ok basta così, mi sto iniziando ad incartare. Penso che, nonostante tutto, la mia riflessione sia giunta al termine :)

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