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Ed eccoci di nuovo qui - Fiera del libro per ragazzi di Bologna 2015! |
Bologna (per ogni illustratore, editore ed addetto ai lavori che si rispetti il termine "Bologna" non indica semplicemente la ben nota cittadina italiana, quanto piuttosto la "fiera del libro per ragazzi DI Bologna") come ogni anno è arrivata. Al momento in cui sono qui seduta a scrivere questo articolo è anche finita da ben due giorni. Per me da tre, perché mercoledì me ne sono tornata a casa nella speranza di tornare presto ad essere una normale creatura umana (ma non so quanto sperarci davvero).
Facciamo una piccola premessa.
Quest'anno sono arrivata alla fiera già con la forza vitale di una lumaca sotto il sole di agosto in quanto dal 9 gennaio fino al 12 marzo ho lavorato ininterrottamente tra le 10 e le 14 ore al giorno, dal 13 al 17 ho avuto amici ospiti a casa, il 19 è arrivata la mia amica e illustratrice Chiara (già protagonista assieme a me di altri racconti fieristici qui sul blog) per partecipare al workshop di
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Work in progress del lavoro fatto
durante il corso tenuto da N. Fowkes |
Nathan Fowkes che si è tenuto dal 20 al 22 presso IDEA Academy. Poi una bella settimana di preparazione intensiva del materiale per la fiera e, finalmente, la fiera. Partenza il 29, inizio dei giochi lunedì 30 marzo (tra l'altro il compleanno della mia sorellina: ancora auguri tata!).
Insomma, va da sé che eravamo in condizioni di delirio.
Vi risparmio la visione delle foto che ci facevamo ogni sera per documentare scientificamente la situazione delle borse sotto gli occhi.
Ma sappiate che esistono, e che non è una bella cosa XDDD
Nella settimana prima della Fiera c'erano diverse cose da fare: sistemare il portfolio (perchè c'è sempre qualcosa dell'ultimo secondo da stampare, da aggiungere, da scremare o un panico ingiustificato a cui dare spago), cercare di portare avanti il lavoro che con la fiera non c'entra nulla e, in ultima battuta, finire LA COPERTINA. Questa copertina (guardare l'immagine allegata).
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Questa copertina |
Eccola lì. Negli ultimi mesi infatti ci siamo dedicate anima e corpo ad un progetto a fumetti con trama liberamente ispirata al Giardino Segreto ed altrettanto liberamente stravolta. L'idea è di farlo approdare in quel della Francia e abbiamo pensato: "Ehi, a Bologna non ci sono anche gli stand degli editori francesi di fumetto?" "Ehi, ma sai che hai ragione?"
E invece non avevamo ragione. O meglio, c'erano ma non erano presenti i direttori artistici, solo venditori di diritti quindi non abbiamo potuto parlare con nessuno. Però abbiamo raccolto nomi, scremato altri nomi, fatto foto e preso appunti ed intanto è un buon punto di partenza. Prossimamente ripartiremo all'attacco.
Ad ogni modo decidiamo di partire domenica in modo da poter dormire la notte prima della fiera.
Anche perché noi si ha un'età ormai oh, abbiamo bisogno della nanna!
L'albergo è stato prenotato con "solo" un anno di anticipo in una località un filino fuori... una ventina di euro di taxi fuori da Bologna. Ok, fail. Sinceramente dalla mappa sembrava meno.
Però chissene dai, per un anno abbiamo fatto le mega super signore (con i crackers in camera e i nachos e le crostatine e i cioccolini di scorta che nemmeno in gita scolastica, ma tant'è) e poi il posto era talmente bello che tutto sommato va anche bene così!
Il parco era favoloso, con prati di mentuccia in fiore in cui ci siamo adeguatamente rotolate come arrostini pasquali in una mattina di sole, con voglia di far rotta verso il lavoro -12
Ma questa è un'altra storia, tanto per citare uno dei miei autori preferiti.
Insomma: arrivo alla stazione di Bologna (che in meno di un anno si è trasformata in uno pseudo aeroporto), arrivo in albergo, nanna.
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Questo era il letto gente. Vi dico solo questo! U__U |
INIZIA LA FIERA
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Angolino di muro conquistato! In questo momento di vedono ancora degli spazi bianchi di parete ma in capo a 10 minuti non sarà più così. |
La prima cosa da fare quando si arriva alla fiera di Bologna è mettersi in posa da centometrista prima dello scatto e attendere che vengano aperte le porte.
Solitamente mentre si tiene questa posa plastica si iniziano ad incontrare i primi amici/colleghi in visita anche loro per l'annuale pellegrinaggio fieristico e volano saluti baci ed abbracci, senza mai perdere la tensione felina che precede il *momento*.
Quando le porte si aprono è il delirio.
Addetti ai lavori molto preoccupati giungono dall'altra parte della vetrata, si fanno un cenno ansioso col capo e poi iniziano a girare la chiave, tenendosi al sicuro dal lato in cui la porta si aprirà per evitare di essere investiti.
In America hanno il Black Friday, noi c'abbiamo l'apertura della Fiera di Bologna. Il risultato è lo stesso e le iniziali pure (seppur invertite).
Entrati veniamo subito colti da un primo momento di disagio e smarrimento: il muro infatti, che da anni partiva tradizionalmente subito alla sinistra dell'ingresso, quest'anno è stato fatto a pezzettini piccoli e separati, posti a ferro di cavallo intorno a tutta la zona centrale.
Dispersivo come poche cose.
Il tempo di riaverci e ci dirigiamo coi nostri posterini e biglietti da visita, dandoci indicazioni con sguardi e dita che nemmeno la nazionale di pallavolo. Uno sguardo poteva dire: "Tu prendi questi miei e io questi tuoi. Dividiamoci. Copri quella zona io faccio questa". Dopo 11 anni di fiera assieme (più altri di onorata carriera "single") ti muovi come Stallone nella giungla. Ossia con la grazia e la baldanza di un caterpillar.
Ma è necessario in quanto, come per magia, nonostante l'ingresso da circuito di Monza, le pareti del muro sono già occupate per il 50%.
Le teorie di come questo possa accadere sono molteplici. Alcuni pensano ad illustratori che si fanno chiudere in fiera la notte prima e accettano di dormire una notte sotto uno stand pur di potersi accaparrare i posti migliori. Ma la verità è avvolta nel mistero.
Ad ogni modo troviamo il nostro spazio, appendiamo il nostro materiale, posizioniamo i biglietti da visita e finalmente, sfiancate ma trionfanti, possiamo riprendere i nostri resti e andare a lasciare i cappotti al deposito bagagli della fiera.
Deposito che, quest'anno, ha voluto alzare un po' l'asticella e passare da un quasi modico 2,50 € a pezzo lasciato ad un lievemente maggiorato 5 € a capo che fa sempre simpatia. Se le cose continuano con questo ritmo il prossimo anno ci ritroveremo a pagare 10 € per lasciare un cappotto, roba che forse facciamo prima a comprarci tutti assieme uno stand in fiera e usarlo come deposito bagagli personale. Ma tant'è.
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Lo stand della Usborne ogni anno più bello :D |
Iniziamo a girare fra gli stand. Anche gli stand sono in posti diversi quest'anno, tanto per rimescolare le carte.
In questo modo crollano tutte le nostre certezze maturate in anni di giri per i padiglioni e dobbiamo fare subito una rapida esplorazione per aggiornare le nostre cartine mentali.
Fortunatamente almeno gli stati sono rimasti nei padiglioni di appartenenza, solo i singoli stand si sono un po' mossi e così ci ritroviamo abbastanza in fretta.
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Non vogliatemente per la qualità scamuffa delle foto. |
Fra motori di Ferrari e Lamborghini gialle facciamo anche una capatina allo stand della Giunti. Luogo in cui se non hai un appuntamento la tua presenza genera sospiri di sconforto nel personale che, con mestizia e occhiaia da "oddiomaperchètuttigliannigli illustratorivengonoatormentarci", tira fuori prontamente il classico foglietto prestampato con sopra scritto: mandateci le cose a questo indirizzo. Per chi sa leggere tra le righe si intravede chiaramente la postilla "levatevi dai maroni". Così facciamo l'unica cosa sensata che, prive di appuntamento, si poteva fare nello stand: fotografiamo i Lego di Star Wars.
Salutiamo qualche amico/a agli stand e, finito il giro esplorativo, iniziamo il giro Piranha ossia quello in cui si decide dove andare a far scivolare con eleganza il proprio portfolio. Per la serie "oh, si è aperto il mio portfolio sul suo tavolo, che sbadataggine! Beh, ma già che ci siamo perchè non gli diamo un'occhiata?".
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Neanche le 11 e già c'è bisogno di
carburante |
Ci avete creduto? No? Fate bene.
Anche perchè il primo giorno la confusione nella mente regna sovrana quindi la maggior parte del tempo scivola via nel segnarsi orari di colloqui per il giorno dopo e nel decidere DOVE fermarsi a chiedere.
Non solo confusione. Dopo anni e anni di fiera dove gli editori sono quasi sempre gli stessi iniziano a crearsi i primi problemi:
- Quegli stand no, non fanno per il nostro portfolio.
- Quegli stand si, ma non vorrei ci arrestassero per stalkeraggio visto che abbiamo già 10 biglietti da visita della stessa persona.
- Quegli stand no, perchè danno il lavoro della gloria (leggi non retribuito o retribuito malissimo o varie ed eventuali che MA ANCHE NO, come si suol dire).
Alla fine, con un certo sollievo, individuiamo gli stand nuovi dove ci piacerebbe tentare e quelli soliti in cui non abbiamo ancora mai messo il masino (o quasi) e formuliamo così il nostro piano di battaglia - quello vero.
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Vagabondando nel padiglione 30 |
Bisogna dire che, per quanto il tutto richieda una certa preparazione, questa consapevolezza di dove andare ad infilarsi porta anche delle soddisfazioni. Infatti non solo quest'anno abbiamo avuto una bassissima incidenza di sguardi "ScusiMaLeiPerchèMiStaImportunando? NonVedeCheLaNostraLineaNonC'entraNienteConLei?" - credo solo uno a testa, ma abbiamo anche avuto la nostra fetta di soddisfazioni.
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Me lo chiedo anche io |
Che poi si sa: Bologna promette sempre grandi glorie, quando i colloqui finiscono sembra tu sia pronto a fare 800 libri e poi la metà delle volte *puff*! Tutto finisce in un tripudio di bolle di sapone.
Ma ci sono anche volte in cui le cose vanno benone e siamo tutti qui a sperare che sia uno di quegli anni.
Quest'anno abbiamo avuto un incontro della simpatia con un editore francese.
Ora, si sa che in generale ai francesi devi parlare francese se no, per qualche motivo incomprensibile, diventano delicatamente ostili.
Però gli anni scorsi con un misto di inglese/francese ci avevano tollerato.
Quest'anno no, ho avuto paura tirasse fuori un mitra caricato a caramelle.
"Salve siamo illustrat..." (e già qui la prima occhiataccia"
"Parlate francese?"
"Nsomma... Capiamo chi parla francese. Possiamo scriverlo. Parlarlo al momento è ancora un po' arduo".
"Allora sciò"
"Ma veramente..."
"No"
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Un simpatico sentiero di carte all'ingresso
della fiera ci ricorda che quest'anno si festeggiano
i 150 anni dalla prima pubblicazione di
Alice nel Paese delle Meraviglie. |
"Ma vi possiamo capire e noi possiamo parlare in inglese! Stiamo parlando in inglese ora! Anche lei parla in inglese in questo momento"
"Capirsi è impossibile, addio"
E dunque addio, verso nuove avventure costellate di dizionari. I nostri cugini d'oltralpe sono decisamente complicati da abbordare, non c'è che dire.
Tutto un altro discorso per il Belgio, che è assai più amichevole. Col Belgio ci siamo reciprocamente piaciuti :)
Tutto questo trottare e conversare (più o meno amabilmente) non sarebbe emotivamente sostenibile se non ci fossero i Veri Protagonisti della fiera: gli amici.
Colgo quindi l'occasione per ringraziare tutti coloro che ho incontrato ad ogni angolo e che con i loro sorrisi, le loro risate, i consigli, gli abbracci e la simpatia hanno reso questa edizione della fiera un evento memorabile. Quindi grazie Alessandra Fusi, Rosaria Battiloro, Sonia Baretti, Fabio Mancini, Ketty Formaggio e Giuseppe De Luca, Ariel Vittori, Mirko Failoni, Vanessa Amianti, Ilaria Mozzi, Simona Sanfilippo, Elisa Ferro, Elisa Rocchi, Paolo Domeniconi, Elisa Ferrari, Gabriele Bagnoli, Paola Cantatore, Sara Torretta, Monica Niccolosi, Fabiana Attanasio, Emanuela Mannello, Teresa Alberini, Daniela Zizzi, Andrea Alemanno, Barbara Pellizzari, Raffaele Conte, Ilaria Urbinati, Morena Forza, Sumiti Collina, Shefalika Marescotti, Simona Bursi, Laura Sighinolfi, Daniele Blundo e mille mille mille altri che, per mancanza di connessione neurale faccia - nome - cognome non sto scrivendo, ma sappiate che vi amo tutti e perdonatemi per avere il cervello tipo scolapasta. Ho un'età.
LA MOSTRA
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Junaida * Japan |
Zan Zan ZAAAAAAAAAAAAAAAN
E invece no. Quest'anno mi è persino piaciuta. Non credo alle mie stesse parole eppure è invero così!
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Magellan Jeoffrey * France |
Finalmente, tanto per iniziare, ho visto dei colori. Colori! Da quanto tempo latitavano?
Non solo ricerca stilistica a tutti i costi ma anche ironia e poesia. Non solo innovazione e - diciamocelo, soprattutto negli scorsi anni - pretenziosità - ma anche qualcosa che potevi concretamente immaginare pubblicata in un libro.
E. Soprattutto. BASTA INCUBI.
Grazie al cielo quest'anno solo cose che non rischiavano di traumatizzare a vita infanti ed adulti, ma un sacco di belle idee, stili e characters interessanti, palette sognanti o d'impatto... Insomma: cose belle.
Se ne sentiva davvero il bisogno.
Ne approfitto per chiedere scusa per la qualità scamuffa delle foto, ma ho lasciato la macchinetta a casa e le ho fatte con il cellulare. So che la qualità lascia un po' a desiderare ma gente, ci ho provato XD
Alla mostra c'erano davvero decine e decine di tavole splendide, mi piange un po' il cuore non poterle mettere tutte ma non ho lo spazio e poi, distratta come sono, mi sono scordata di fotografare parecchi nomi e non mi pare il caso di metterle online così senza uno straccio di indicazione sugli autori.
Magari poi mi metto in caccia e, una volta reperite tutte le info, faccio una gallery sulla pagina Facebook del blog.
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Kastelic Maja * Slovenia |
Alla fiera non solo la Mostra degli Illustratori ovviamente, ma anche quella dei vincitori del Silent Book Contest ad esempio, poi una deliziosa mostra di un'illustratrice orientale dal titolo "Thank you Bologna" di cui ho delle foto che a quanto pare non potrei avere - non avevo visto il cartello - e quindi non posso riportare, ma credetemi se vi dico che era dolcissima e deliziosa.
Poi le mostre degli ospiti di quest'anno e piccole mostre in ogni dove.
Quest'anno mi sono piaciute un po' tutte, ma la mostra degli illustratori e la famosa "Thank you Bologna" probabilmente sono le mie favorite.
Anche in questo caso per le restanti fotografie aspettate ancora un pochino e caricherò tutto su faccialibro.
Infine i pupazzi. I pupazzi sono i cosplayer della fiera e colorano e rallegrano con la loro peluchosità e rotondità ma, a differenza delle orde barbariche che si trovano nelle fiere del fumetto (e di cui anche io, nei miei giorni liceali, ho fatto parte), questi sono dipendenti in costume quindi pochi, selezionati, e dannatamente accurati. Ovviamente lo sport preferito di noialtre persone serie era farsi la foto con quante più mascotte riuscivamo ad incrociare
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Miffy!! |
PRONTUARIO DELL'ILLUSTRATORE IN FIERA
A questo punto facciamo un sunto di quel che è bene sapere per affrontare la fiera dei nostri sogni e dei nostri incubi.
* Scarpe COMODE. Alcuni vi diranno che dovete mettere scarpe eleganti, specie se siete donne. Aha. Come no. Certo, se visitate la fiera con l'intento di partecipare a 2/3 cocktail e stare sedute allo stand potreste anche farlo. Anzi, perchè no, uno si tiene in borsa la scarpina comoda di ricambio e via che si va di tacco 12 agli eventi. Ma per carità, se dovete andare a far colloqui una sobria scarpa comoda va sempre bene. Se ci tenete all'eleganza potete puntare su un colore neutro, ma non ho mai perso lavoro anche con le mie scarpe più allucinanti quindi il mio consiglio è: state sereni.
* Portfolio coerente. Siete alla FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI. La maggior parte degli editori espone bamboline, coniglietti, roba acquarellosa o dai colori vivaci e brillanti e via dicendo. Cercate di separare questo aspetto da quello a cui magari tenete di più ma che è fatto di illustrazioni dal sapore totalmente differente. Tentare non nuoce, ma fate in questo caso due o più portfoli separati perchè se mettete un mostro grondante sangue accanto ad un tenero scoiattolo potreste generare perplessità (nel migliore dei casi).
* Portfolio cartaceo, portfolio digitale. Il cartaceo funziona sempre. Quest'anno ho voluto tentare l'avventura del digitale. La prima cosa da sapere è: non tutti sono pronti per il digitale, hanno bisogno di essere presi per mano e guidati. Se volete che entrino in una determinata cartella entrateci voi per loro. Spiegategli tutto subito, come ingrandire le immagini, come tornare indietro. E preparatevi a frenetici tappettii sullo schermo. Detto ciò, a parte un po' niubbaggine da parte di alcuni il portfolio su tablet mi ha lasciata abbastanza soddisfatta, quindi credo che d'ora in poi dirò un gran bel CIAO ai miliardi di stampe A4 su fogli mobili. Ma anche ciao eh. E poi vuoi mettere la leggerezza della schiena senza quel carico costante?
* Acqua: se potete portatevela perchè ne avrete parecchio bisogno. E i prezzi di cibo e bevande in fiera rispecchiano quelli del guardaroba di cui parlavamo all'inizio. Vi ricordate del guardaroba? Ecco.
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Modellini Nagaiani al padiglione 32 |
*Il muro - Locandine. Se volete attaccare qualcosa al muro, soprattutto qualcosa di più grande di un biglietto da visita, venite il primo giorno. Sul serio. A parte che già il pomeriggio del primo giorno ormai non si trova più posto (l'anno scorso invece era ancora in parte agibile) ma non c'è niente di più maleducato di apporre il proprio materiale sui personaggi e gli indirizzi dei colleghi. Un modo sicuro per farsi odiare nell'ambiente, ho visto scene di rabbia e viulenza che levati. Ricordiamoci che siamo tutti nella stessa barca e che non è una battle royal. Sostenersi a vicenda fa nascere anche collaborazioni interessanti e produttive, isolarsi e farsi detestare non porta a niente di buono. Rispetto innanzi tutto. So che si tende a pensare "eh, ma io potevo solo quel giorno lì". Ma c'è chi, per venire prima, ha sacrificato altri impegni, preso giorni di ferie dal lavoro, investito soldi e tempo. Non sono cose su cui sputare sopra. Se si viene il secondo giorno piuttosto portare cartoline o posterini A4: sarà più facile trovar loro una collocazione. Complicato, ma non impossibile diciamo e non ci attireremo le ire funeste - legittime - dei nostri colleghi.
* Il muro - Biglietti da visita. Non lo dirò mai abbastanza: venire forniti. Ma fornitissimi! Al muro i biglietti vengono raccolti non solo da editori ma SOPRATTUTTO da collezionisti. Solitamente altri illustratori più giovani. E' la triste realtà e non ci si può fare niente. Lasciare 20 biglietti da visita e lamentarsi che, nonostante siano stati presi tutti nessuno ci ha contattato è folle perchè sono sicuramente finiti nelle mani di qualche disegnatore, bibliotecario, visitatore imbucato. Arrabbiarsi per questo è altrettanto folle. Se volete usufruire del muro in modo produttivo organizzatevi bene dunque e rimpiazzate spesso il materiale finito.
* GENTILEZZA. So che siamo tutti stanchi, so che a volte siamo frustrati, scoraggiati, demotivati. A maggior ragione bisogna tenere presente che non lo siamo solo noi. Anche i nostri colleghi, anche le persone agli stand, anche lo staff della fiera: tutti sono stanchi. Cerchiamo di non prenderla se a volte le nostre richieste ottengono un rifiuto un po' sbrigativo. Probabilmente dall'altra parte c'è solo una persona al limite della stanchezza.
Inoltre chiediamo tutto con cortesia: non ci è dovuto niente, gli editori non sono lì per noi. Ho sentito deliranti discorsi del tipo: "Senza di noi non andrebbero da nessuna parte, venissero a più miti consigli". Sì, è vero, il libro illustrato senza illustratori è duro da produrre. Allo stesso tempo un libro illustrato senza editore può esistere solo come auto produzione. Che è sacrosanta, ma se stiamo cercando un editore vuol dire che stiamo anche cercando la sua collaborazione e la professionalità sua e del suo staff. Stiamo cercando un team con cui lavorare. Quindi è tanto giusto che loro ci rispettino quanto il contrario. Da non dimenticare mai.
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See You Bookfair Cowboys |